lunedì 11 febbraio 2008



"Still life in it!" 12 uova di struzzo, silicone, 2006.
12 ostrich's eggs, silicon, 2006.




"Millions of future lives" uova di pesce, silicone, tela, cm.80x100, 2006.
fish's eggs and silicon on canvas, 80 cmx100 cm, 2006.




"Millions of future lives" detail.




"Connie and Alice" stampa laser su alluminio, silicone, cm80Xcm120, 2006.
laser print on alluminium, silicon, 2006.




"A night in Costiera Amalfitana" video still, 2006.


Moio&Sivelli
Still life in it!

Napoli, 28 novembre – 22 febbraio 2007
Inaugurazione martedi' 28 novembre 2006 ore 19.30

Comunicato stampa
Il 28 novembre 2006 alle ore 19.30 presso la Galleria Blindarte di Napoli in via Caio Duilio 4/d, inaugura la personale di Moio&Sivelli dal titolo Still life in it!, in programma fino al 22 febbraio 2007.
Il progetto dei due artisti napoletani presentato in galleria si sviluppa armonicamente attraverso diversi media: dal video alla fotografia, dalle tele alle sculture/installazione.
La loro attenzione si sofferma questa volta su quel periodo di attesa successivo alla fecondazione e precedente la nascita; un periodo in cui l'azione, forse la più importante che l'essere vivente ha la possibilità di compiere, è già stata compiuta, e resta solo l'attesa di pochi giorni, poche settimane, o i nostri 9 mesi, affinchè il ciclo si concluda e si verifichi la procreazione.
Questo emozionante momento biologico che accomuna gli esseri viventi è il punto di partenza di una analisi che, non senza ironia, e non troppo legata a pregiudizi bioetici, sembra concludersi con la sua stessa messa in discussione.
Alcune uova di struzzo sono disposte sul pavimento in maniera da formare un triangolo equilatero e, ricoperte da diffusi strati di silicone, si presentano ben protette e bloccate verticalmente in equilibrio su se stesse.
Le grandi uova compongono l'installazione che dà il titolo alla mostra e simboleggiano il delicato stato di sviluppo della fase che precede la nascita: il momento embrionale, lo stato intermedio tra la vita e la non vita.
L'uso del silicone da parte degli artisti segna il loro intervento nel ciclo di sviluppo della vita: l'uovo ne risulta completamente rivestito, ed intrappolato all'interno non potrà svolgere la sua funzione, ovvero schiudersi e dar corso alla vita.
La stessa ironia arriva a coinvolgere anche le due tele che, dopo essere state ricoperte di uova di pesce, vengono cosparse di strati di silicone: miriadi di piccolissime vite in fieri, bloccate sul nascere, vengono risparmiate nelle "pitture", e preservate per un momento successivo.
Quando la vittima dell'intervento artistico è una donna, la provocazione diventa ancora più toccante: anche la fotografia di una donna in avanzato stato di gravidanza è stata interamente ricoperta di silicone.
Indifferentemente i nascituri sono intrappolati nei loro resistenti veicoli per lunghi periodi di tempo scanditi dalle immagini del video "A night in Costiera Amalfitana".
Girato in una notte d'estate ad Amalfi, il video rappresenta un viaggio temporale in un indefinito periodo buio, dove la luna, ripresa nel suo girare, sembra lasciare una lunghissima scia che a poco a poco invade l'intero orizzonte visivo attorno agli artisti. Lentamente trascorre cosi' un periodo in cui la luce del sole non c'è mai, e la lunga attesa lascia presagire, o forse solo auspicare, l'inizio di nuove esistenze.

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STOP STARING AT ME LIKE THAT! “ 2005

Ilfochrome print on aluminium, glass and silicon.

Cm. 40x40

Cm. 80x80

In this case the feminine body is “inquired” through visual prothesis which peer its peculiarities. The attention is paid to small portions of skin, to the angles, to the relevant details that qualify the body/female and that disperse in an almost psychedelic vision, obtained thanks to the photographic tool. The metallic prothesis are “attached” to the objective and they are much more than a visual artifice. They immediately create an approximated contact with the body/subject almost as if the image were sucked from an inexistent glance. It comes out a work where erotism is not rendered explicit in a asseverated way but it is preferably mysterious, everything plays with the amalgamation of colours and with the ambiguity of the images. The details do not describe…they bewilder and automatically contorted, they assume abstract valences ,as if the photographical click isolates the object ,stealing his personality. The title is a possible reading key ,it is the only element of narration and it alludes to the “funny annoyance” of the subject, given by the insinuating glances of the voyeurs on the feminine intimity; it brings back to the relationship between the object of desire and the desiring subject. The pictures are enclosed in a glass and covered by silicone. The stratus of adhesive is extended from the back almost reaching the middle of the image,emphasizing in this way, a “diaphragm vision” and materially underlining the tactility of the work.

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Stampa ilfochrome su alluminio gommato , vetro , silicone.

cm. 40 X 40

cm. 80 X 80

Il corpo femminile in questo caso è “indagato” attraverso protesi visive che ne scrutano i particolari. L’attenzione è concentrata su piccole porzioni di pelle, sulle pieghe, sui dettagli più significativamente qualificanti il corpo/femmina per disperdersi nella visione quasi psichedelica ottenuta con lo strumento fotografico. Le protesi metalliche “attaccate” all’obbiettivo sono molto di più di un artificio visivo. Creano immediatamente un contatto ravvicinato con il corpo/soggetto quasi come se l’immagine fosse risucchiata da uno sguardo insistente. Ne viene fuori un lavoro in cui l’erotismo non è esplicitato in maniera dichiarata, ma, piuttosto, è misterioso, tutto giocato sulla fusione dei colori e sulla ambiguità delle immagini. I dettagli non descrivono piuttosto spiazzano, e anatomicamente stravolti, assumono valenze astratte quasi come se lo scatto fotografico delocalizzasse il corpo spersonalizzandolo. Il titolo è una chiave di lettura possibile e, unico elemento di narrazione, allude al “fastidio divertito” del soggetto per gli sguardi insinuanti da voyeur dell’intimità femminile e rimanda alla relazione tra l’oggetto del desiderio e il soggetto desiderante. Le foto sono chiuse in un vetro e ricoperte di silicone. Lo strato di collante è steso dal retro fin quasi al centro della foto accentuando così una visione da diaframma e sottolineando con resa materica la “tattilità” del lavoro.















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